Seguire Gesù significa dare la vita!
Mess. Mons. Jonas Abib
Quando guardiamo il crocifisso, pensiamo in Gesù e nei suoi dolori. Difficilmente, però, pensiamo a quello che è successo nel Cuore di Dio Padre, la Croce era l’unico modo per salvare i suoi figli, i fratelli del suo unico Figlio Gesù Cristo. Per questo il Padre accettò questo sacrificio. Non so quale sia stato il dolore più grande, se quello del Figlio o quello del Padre. Il Figlio ha sofferto nella carne, nelle sue membra. Il Padre ha sofferto nel cuore. Ha sofferto nello Spirito. Possiamo immaginare la sofferenza di Dio Padre per la nostra salvezza. Questo è ciò che è scritto nella Lettera di Paolo ai Corinzi:
“Siete stati comprati a caro prezzo: non fatevi schiavi degli uomini!” (1Cor 7,23)
Tu vali, quanto un vero tesoro: il prezzo del sangue dell’Agnello che è stato immolato per te. Il Padre ha sofferto nel cuore il dolore di vedere suo figlio crocifisso su una croce. Questo è stato il prezzo del nostro riscatto!
Ecco perché non possiamo buttare via la nostra salvezza, o pensare di avere il diritto di scegliere se andare o no in paradiso. Non abbiamo alcun diritto di continuare nel peccato! Non abbiamo il diritto di servire il mondo e il diavolo, perché Gesù Cristo ci ha riscattati col prezzo del proprio sangue. Il prezzo della propria vita. Il nostro unico dovere è quello di andare in paradiso. Nessuno ha il diritto di andare all’inferno.
Dobbiamo essere santi! Questo è il nostro unico diritto, perché l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, ha pagato il prezzo.
Questa è la ragione della nostra vocazione: siamo chiamati a seguire l’Agnello che toglie il peccato del mondo. Oggi siamo invitati a dare la vita per la stessa causa: il Padre ha voluto che il Figlio venisse nel mondo, si facessi uomo, e caricandosi la croce morisse immolato, per il bene di tutti noi. Pertanto, non si tratta di seguire semplicemente una vocazione. Si tratta di dare la vita!
(Tratto del libro “Vocazione: una sfida d’amore” di mons. Jonas Abib).