Siamo strumenti nelle mani del Signore!
Messaggio Mons. Jonas Abib
Dio sta chiamando persone di tutte le provenienze, perché ognuno sia utile all’annuncio nel suo modo di parlare e di essere. Così il Signore può raggiungere molte persone in molti modi diversi.
Dio Padre mi ha fatto un predicatore della Parola: è così posso annunciare la sua salvezza. Tu porti o annunci il Signore essendo te stesso, nel tuo ambiente, a modo tuo, con il tuo linguaggio, sarà in questo modo che le persone capiranno, accetteranno, accoglieranno e saranno fecondati e trasformati dalla Parola.
I profeti del Vecchio Testamento Quando hanno ricevuto la chiamata di Dio, erano confusi, spaventati, non sapendo cosa fare. Mosè era un balbuziente e la sua balbuzie aumentò di fronte alla chiamata dell’Altissimo … Forse anche noi ci sentiamo confusi, troppo piccoli, spaventati, di fronte alla missione che ci Dio ci affida, quindi non sappiamo cosa fare.
Tuttavia, l’opera è dell’Onnipotente. Noi siamo piccoli e fragili strumenti nelle mani del Padre, come il bisturi nelle mani di un medico, ma attraverso di noi, Egli può fare miracoli.
La missione non dipende da noi, perciò non possiamo pensare che perché abbiamo commesso molti peccati e vissuto una vita sbagliata, falliremo nella nostra missione. Dio ha bisogno di persone che si decidano radicalmente per Lui, anche se sono deboli, imperfetti, con difetti e sbagli. Persone che attraverso il proprio cambiamento, la propria conversione possano trascinare gli altri. La gente dirà: “Se lei o lui e stato cambiato da Dio ed è ora una nuova creatura, posso esserlo anch’io, ho una possibilità.” Anche le tue debolezze servono affinché anche altri scoprano che hanno una chance.
Coraggio serviamo Dio a partire dalla nostra realtà, diventeremmo santi cammin facendo!
(Tratto del libro “Vocazione: una sfida d’amore” di mons. Jonas Abib).