La missionarietà della Chiesa bulgara

    La missionarietà della Chiesa bulgara

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    La missionarietà della Chiesa bulgara
    Di Benedetta Capelli

    Piccola nei numeri ma viva e dinamica. E’ la Chiesa cattolica della Bulgaria che ha davanti a sé, come le Chiese di tante altre parti del mondo, sfide importanti e difficili. Nel discorso di Papa Francesco consegnato ai vescovi bulgari durante la visita ad limina, si guarda con ottimismo alla vivacità di questa Chiesa. Da qui l’esortazione alle comunità cattoliche, sia di rito latino che orientale, a camminare sulla strada intrapresa portando avanti “la missione di testimonianza di valori morali, del Vangelo di Cristo, in una società segnata da tanti vuoti spirituali lasciati dietro di sé dal passato regime ateo”. Il buio dell’ateismo – ricorda monsignor Christo Proykov, presidente della Conferenza episcopale bulgara – per 50 anni ha cercato di spegnere la luce della fede.

    mons. Christo Proykov
    esarca di Sofia
    Noi abbiamo tanto bisogno di essere veramente una Chiesa, non direi missionaria perché da 1300 anni siamo cristiani, però piuttosto una Chiesa ben educata nella fede perché in questo regime di mancanza di educazione alla fede, veramente sono cresciute due generazioni che non hanno avuto la possibilità di essere educate alla fede e di vivere la fede. Ecco perché il nostro primo obbligo che abbiamo è di lavorare nella pastorale. Papa Francesco sente molto bene questa necessità per questo ci ha esortato a seguire anche i nostri primi santi, san Cirillo e Metodio, che ci hanno consegnato l’alfabeto della fede e sono stati cristiani buoni e santi. Dal loro esempio possiamo partire per andare avanti e cristianizzare il nostro popolo. Questa è la cosa migliore che possiamo fare ed il Papa ci ha detto di fare proprio questo.

    Dal 2007, anno di entrata della Bulgaria nell’Unione Europea, le sfide sono aumentate. La globalizzazione ha messo in pericolo i valori tradizionali ed oggi è la famiglia a pagare un prezzo alto. E’ diffusa infatti la pratica dell’aborto ed in molti optano per la convivenza. Grande la mobilitazione di cattolici, ortodossi e anche musulmani quando al parlamento bulgaro era in discussione la legge sulle unioni omosessuali. Una norma poi respinta.

    mons.  Christo Proykov
    esarca di Sofia
    Viviamo in un clima di tolleranza ma a livello di alte sfere gerarchiche i rapporti non sono molto frequenti ma fra i laici c’è una collaborazione molto buona soprattutto a livello sociale perché c’è la povertà in Bulgaria e si lavora insieme a diversi progetti. Lavoriamo insieme agli ortodossi, ai protestanti e questo lavoro è molto interessante che sta dando i frutti. E questo è bello! Ma a livello gerarchico vogliamo molto di più.

    Un invito a proseguire e a promuovere un dialogo sempre più intenso e fraterno è venuto dallo stesso Papa Francesco che, alla Chiesa bulgara, ha chiesto una “conversione spirituale e pastorale”, indicando alcune priorità come l’inclusione sociale dei poveri e l’impegno per il bene comune e la pace.

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