Tra tutte le solennità cristiane, il Mistero Pasquale occupa il primo posto, perché dobbiamo prepararci a viverlo bene. Per questo è stata istituita la Quaresima, un periodo di 40 giorni per arrivare degnamente alla celebrazione del Triduo Pasquale.La Quaresima, come pratica obbligatoria, è stata istituita nel IV secolo, ma i cristiani si sono sempre preparati alla Pasqua con intensa preghiera, digiuno e penitenza. Il numero 40 giorni ha un significato simbolico-biblico: 40 sono i giorni del diluvio, del soggiorno di Mosè sul monte Sinai, delle tentazioni di Gesù. Guidati da questo tempo e dalle pratiche – come da una bussola – cerchiamo i tesori della fede per crescere nel seguire nostro Signore Gesù Cristo. “Ora, dice il Signore, ritorna a me con tutto il tuo cuore, con digiuni, lacrime e gemiti; strappa il tuo cuore e non le tue vesti; e ritorna al Signore tuo Dio; egli è grazioso e compassionevole, paziente e pieno di misericordia, incline a perdonare le punizioni” (cfr. Gioele 12:12-13).
Questo periodo di 40 giorni è stato ispirato da una grande catechesi che la Chiesa primitiva teneva. Durava 40 giorni, durante i quali i pagani (catecumeni) si preparavano a ricevere il battesimo il Sabato Santo, nella solennità della Veglia Pasquale. Hanno anche accompagnato i fratelli che avevano commesso gravi peccati a ritornare alla fede. Questo tempo era segnato dalla penitenza e dalla preghiera, dal digiuno e dall’ascolto della Parola di Dio. Erano i “penitenti” che rinnovavano la loro fede e ricevevano il battesimo o venivano reintegrati nella comunità il Sabato Santo. Infatti, questo tempo, che comprende la Quaresima, la Settimana Santa e la Pasqua fino alla Pentecoste, è un grande ritiro, il centro del Mistero di Cristo e della nostra fede e salvezza. È un tempo privilegiato di conversione e di lotta spirituale, di digiuno medicinale e caritatevole. La Quaresima è ancora soprattutto un tempo di ascolto della Parola di Dio, di una catechesi più profonda che ricorda ai cristiani i grandi temi battesimali in preparazione alla Pasqua. Tutta la nostra vita diventa un sacrificio spirituale che presentiamo continuamente al Padre, in unione al sacrificio di Gesù sofferente e povero, affinché, per mezzo di Lui, con Lui in Lui, il Padre sia lodato e glorificato in ogni cosa. Pertanto, la Quaresima è un cammino biblico, pastorale, liturgico ed esistenziale per ogni cristiano personalmente e per la comunità cristiana in generale, che inizia con le ceneri e finisce con la notte di luce e di fuoco, la notte santa della Pasqua della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.Riflettiamo sui percorsi della nostra spiritualità fino alla Pasqua di Nostro Signore Gesù, cioè la vita nuova che Lui ha per noi, gli esercizi quaresimali di conversione. La liturgia del Mercoledì delle Ceneri ci dice di proclamare il Vangelo in cui Nostro Signore parla di elemosina, preghiera e digiuno.
Padre Luizinho, membro della Comunità Canção Nova, nato a Feira de Santana (BA – Brasile). Ordinato il 22 dicembre 2000, il suo motto sacerdotale è “Posso fare ogni cosa in Colui che mi dà la forza”.
Via Crucis sulla Via Dolorosa nella città vecchia di Gerusalemme insieme ai francescani della Custodia di Terra Santa. La Custodia di Terra Santa è presente con 300 frati in: Israele, Palestina, Giordania, Siria, Libano, Egitto, Cipro e Rodi
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
perchè con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
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Con Don Antonio Grappone ci mettiamo a cammino verso la passione, la morte e la risurrezione di Gesù.
«E gli angeli lo servivano»
Nel combattimento spirituale non siamo soli, perché riguarda tutta la Chiesa. Ci sono armi personali e comunitarie.
Armi personali sono il digiuno, l’elemosina e la preghiera, specialmente la preghiera con la Parola di Dio. Gesù caccia il demonio citando la Scrittura.
La Chiesa poi offre molti aiuti, “angeli” inviati di Dio alla nostra vita, che ci servono perché possiamo arrivare dove il cuore desidera. Sono angeli spirituali e umani.
Prega l’angelo custode: illumina su cosa fare, custodisce e difende dal male, regge, cioè dà forza e coraggio, governa, tiene la rotta come un timoniere.
I santi: danno l’esempio, intercedono per noi, ci mettono a disposizione i loro carismi. In Quaresima leggi la vita di un santo!
I sacramenti. La Messa e la confessione, che ti rassicurano e ti rendono fiducioso. Senza stima di sé, non si può fare nessun combattimento spirituale.
La predicazione di Quaresima: ascoltare non se stessi, ma la voce della Chiesa.
Il padre spirituale: manifestare i pensieri cattivi o vuoti è il primo modo per liberarsene.
Il Signore ti offre tanti mezzi per farti suo Figlio. Non essere stupido, non disprezzarli.
Con Don Antonio Grappone ci mettiamo a cammino verso la passione, la morte e la risurrezione di Gesù.
«Stava con le bestie selvatiche»
Il deserto non è un posto tranquillo: la nostra interiorità è ferita e piena di mostri: paure, sensi di colpa, ansia e angoscia, fatti di cui ci vergogniamo, risentimenti seppelliti, traumi rimossi…
Per vivere però è fondamentale vincere la paura, la principale arma del demonio, come dice Eb 2,14-15:
“Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.”
La paura schiavizza perché paralizza, impedisce di amare, di fare il bene. Figlie della paura sono la dimenticanza; l’alienazione; la superficialità; la rabbia.
L’esame di coscienza quotidiano è una strategia di guerra per vincere le paure; mette in luce uno a uno i mostri e li affronta; sono mostri che non resistono alla luce. È una preghiera in 5 parti:
1. ringrazia Dio per i benefici ricevuti
2. fa memoria dei propositi fatti il giorno prima
3. esamina le cadute e la ragione delle cadute
4. rinnova e eventualmente precisa i propositi
5. chiedi il perdono e il dono della pace. Scrivere brevemente aiuta.
Con digiuno, elemosina e preghiera possiamo individuare le tentazioni, proprio perché in Quaresima ci mettiamo, per così dire, sotto stress, come si fa per esaminare bene il cuore: occorre la prova sotto sforzo per capirne i punti deboli.
I tre tentatori sono la carne, il mondo e il demonio; non sono indipendenti, ma si sovrappongono; alla fine tutte le tentazioni sono utilizzate dal demonio per separaci da Dio.
Per riconoscere Satana, il demonio, Gesù ce ne dà l’identikit:
Accusatore: i pensieri che accusano il prossimo, Dio e te stesso vengono da Satana (che significa appunto “accusatore”).
Principe di questo mondo: suggerisce la logica dell’egoismo e della rivalità mondana.
Padre della menzogna: la menzogna del demonio è una mezza verità che fa sparire la realtà.
Omicida fin dal principio: vuole distruggerti con le sue illusioni.
Divisore (cioè: “diavolo”): ci distrugge separandoci da Dio e dal prossimo.
Il demonio è più intelligente di noi se siamo soli; se siamo uniti a Cristo siamo più intelligenti noi; quando sei con il Signore, Satana è come un cane al guinzaglio: abbaia ma non ti può fare nulla.
Quaranta giorni di penitenza sono tanti, ma sono necessari. Infatti non è tanto importante la rinuncia, l’impegno che ti prendi, quanto la costanza con cui lo porti avanti. Dice Gesù che con la perseveranza salveremo la nostra vita, la nostra anima. La perseveranza permette alla preghiera di entrare nella profondità del nostro essere e ascoltare la voce di Dio. Dal cuore infatti viene il male che ci affligge, ma è anche il luogo dove Dio parla. L’interiorità è il luogo per distinguere la voce dello Spirito Santo da altre voci menzognere.
Elia sull’Oreb (1Re 19, 9-13) ci dà l’esempio: dopo 40 giorni di viaggio nel deserto giunge al monte di Dio; dapprima si leva il vento, che sono i nostri pensieri agitati, e Dio non è nel vento; poi il terremoto, che sono le nostre paure profonde, e Dio non è nel terremoto; poi il fuoco, che sono le nostre passioni, l’ira, l’invidia, la lussuria… e Dio non è nel fuoco; alla fine si leva il sussurro di una brezza leggera: è il fondo del nostro essere, dove Dio parla nella pace. Elia così impara a riconoscere le sue tentazioni, a separarsene e ad ascoltare la voce di Dio.
Elia era fuggito dal mondo spaventato, come uno schiavo; ora vi ritorna libero, da padrone.
«E subito lo Spirito sospinse Gesù nel deserto»:
Il deserto rappresenta la “penitenza”; penitenza traduce il greco metanoia, che significa conversione della mente e del cuore; non si tratta di fare solo riti esteriori. Infatti il ritiro nel deserto non indica tanto il luogo, ma la qualità dell’esperienza quaresimale: le pratiche esteriori servono ad aiutare il lavoro interiore che ordinariamente ci sfugge
Il deserto è silenzio e solitudine, rientrare in sé, cercare uno spazio per far tacere ogni parola esteriore. Non è facile: la solitudine terrorizza, abbiamo tanti mezzi per sfuggirla, alienarci…
imparare ad amare la solitudine, riservarci momenti di silenzio, è fondamentale per due motivi:
A. Se abbiamo paura della solitudine abbiamo bisogno degli altri per tappare i nostri buchi; se amiamo la solitudine siamo liberi e possiamo accogliere il prossimo gratuitamente, senza farci ricattare e senza ricattare con l’affettività.
B. Nella solitudine possiamo conoscere la nostra interiorità. È la dimensione in cui impariamo a conoscere Dio e noi stessi. Quando preghi entra nella stanza e chiudi la porta: il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà.